Whistleblowing o segnalazione illeciti: la nuova disciplina in materia
Il whistleblowing è oggetto di una nuova normativa tesa a tutelare chi segnala illeciti e reati all’interno di aziende pubbliche e private. Vediamo insieme i dettagli
La nuova disciplina in materia di whistleblowing è stata approvata con il decreto legislativo n°24 del 10 marzo scorso, che ne ha ampliato il perimetro di applicazione includendo nuovi casi. Vediamo insieme cos’è il whistleblowing e quali sono le novità in materia per la protezione di chi segnala illeciti aziendali.
Cos’è il whistleblowing?
Il whistleblowing, o segnalazione illeciti, è uno strumento di compliance aziendale che permette ai dipendenti di un’azienda oppure a terze parti, come ad esempio fornitori o clienti, di segnalare, in modo riservato e protetto, eventuali illeciti riscontrati durante l’attività aziendale.
Sorge quindi la necessità di tutelare al meglio coloro che segnalano tali illeciti.
A quali aziende si applica il whistleblowing?
- a tutte le aziende del settore pubblico
- alle aziende private con almeno 50 lavoratori subordinati nell’ultimo anno, con contratti a tempo indeterminato o determinato,
- a tutte le aziende che operano in settori regolamentati a livello europeo, come quello dei mercati finanziari, della sicurezza dei trasporti e della tutela ambientale
- a tutte le aziende che adottano modelli di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs n.231/01
Il whistleblowing può essere sia interno che esterno.
Si parla di whistleblowing interno quando le segnalazioni di condotte illecite e/o fraudolente da parte di lavoratori interni all’azienda o anche di terze parti siano effettuate tramite canali comunicativi interni all’azienda.
Il whistleblowing è invece esterno quando le segnalazioni vengono fatte all’ANAC, ai media o ad altri enti competenti in materia; può essere fatta una segnalazione esterna se ricorre una delle seguenti condizioni: a) non è prevista, nell’ambito del contesto lavorativo, l’attivazione obbligatoria del canale di segnalazione interna ovvero questo, anche se obbligatorio, non è attivo o, anche se attivato, non è conforme a quanto previsto dalla normativa vigente; b) la persona segnalante ha già effettuato una segnalazione interna e la stessa non ha avuto seguito; c) la persona segnalante ha fondati motivi di ritenere che, se effettuasse una segnalazione interna, alla stessa non sarebbe dato efficace seguito ovvero che la stessa segnalazione possa determinare il rischio di ritorsione; d) la persona segnalante ha fondato motivo di ritenere che la violazione possa costituire un pericolo imminente o palese per il pubblico interesse.
Tutte le segnalazioni devono essere effettuate in forma scritta, anche per via telematica, oppure in forma orale, in occasione di un incontro diretto con un responsabile o anche al telefono o mediante messaggi vocali.
Le violazioni oggetto di denuncia sono svariate, e vanno dalle semplici irregolarità a danno dell’interesse pubblico ai comportamenti penalmente rilevanti, inclusi gli illeciti di varia natura.
Nuova normativa sul Whistleblowing
Le aziende che rientrano nel campo di applicazione del whistleblowing sono tenute a definire il processo di gestione delle segnalazioni, ad affidare ad una persona o ad un ufficio interno autonomo, opportunamente formato, la gestione del canale di segnalazione, a calendarizzare periodicamente la formazione in materia, a definire modalità operative, ad implementare canale interno per ricezione segnalazioni ed a prevedere adeguate modalità di tutela del segnalante (garantendo riservatezza), a regolamentare processo analisi e gestione segnalazioni, a predisporre policy e procedure specifiche in materia di whisteblowing ed a dotarsi di piattaforme informatiche dedicate.
L’adeguamento deve essere effettuato entro il 15 luglio 2023, data in cui le disposizioni del nuovo decreto legislativo entreranno in vigore, per tutte le aziende con più di 249 dipendenti. Per le aziende di dimensioni inferiori l’obbligo di istituzione del canale di segnalazione interna scatterà a partire dal 17 dicembre 2023.
Per chi non si adegua sono previste sanzioni amministrative pecuniare fino a 50.000 euro.
Maggiori dettagli nella circolare completa di Terrazzini qui.