15 Maggio 2019

Welfare aziendale e benefici fiscali e contributivi per le società

Il welfare aziendale è un tema caldo per le aziende italiane: ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo in cui abbiamo cercato di fornire una definizione di welfare aziendale e di comprendere in che modo va a influenzare positivamente la produttività dei lavoratori. L’aumento del benessere organizzativo aziendale e, di conseguenza, dell’efficienza dei flussi e […]

Il welfare aziendale è un tema caldo per le aziende italiane: ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo in cui abbiamo cercato di fornire una definizione di welfare aziendale e di comprendere in che modo va a influenzare positivamente la produttività dei lavoratori.

L’aumento del benessere organizzativo aziendale e, di conseguenza, dell’efficienza dei flussi e dei processi lavorativi, tuttavia, non è l’unico motivo valido per implementare politiche di welfare aziendale: le norme fiscali degli ultimi anni (compresa l’ultima legge di Stabilità) consentono  agli imprenditori che decidono di mettere in atto attività volte a migliorare il benessere dei dipendenti che rientrano nelle politiche di welfare, di ottenere benefici fiscali e contributivi molto vantaggiosi, che permettono di raggiungere l’equiparazione del costo aziendale a quanto percepito o reso disponibile al dipendente, la sempre ricercata equazione

Costo Aziendale = Netto al dipendente.

 

Welfare aziendale: benefici fiscali e contributivi per le aziende

Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi individua quelle tipologie di pagamenti, rimborsi, bonus e premi che, se erogati dal datore di lavoro nell’ambito di una strategia di welfare aziendale, non solo non rappresentano reddito imponibile per il dipendente, ma sono anche deducibili per l’azienda ai fini Ires, pur non essendo costi strettamente riferibili all’attività aziendale.

Facciamo un esempio pratico.

Ipotizziamo che un dipendente percepisca uno stipendio lordo di 28mila euro annui e che riceva un premio pari a 2mila euro annui:

  • Se il premio venisse accreditato come aumento sulla busta paga, produrrebbe un aumento dell’imponibile, quindi delle tasse da pagare e costerebbe all’azienda circa 2.600 euro totali;
  • Se il premio, erogato in busta paga, viene invece convertito in servizi di welfare aziendale, la somma non andrà ad incidere né sulla RAL del dipendente né sulle somme da versare a carico dell’azienda (contributi Inps/Inail).

Pertanto il welfare aziendale non solo consente un miglioramento del benessere e della soddisfazione dei lavoratori, ma anche permette un miglioramento dell’efficienza fiscale dell’azienda, contribuendo alla riduzione del cuneo fiscale e consentendo all’impresa di investire in formazione o nuove tecnologie, settori strategici per il buon funzionamento della macchina aziendale.

 

Vincoli alle agevolazioni fiscali previste per il welfare aziendale

Per beneficiare dei vantaggi fiscali esistono tuttavia alcune limitazioni. In particolare i benefici fiscali e contributivi sono possibili solo se il piano di welfare coinvolge tutti i dipendenti o una categoria specifica, non se i premi vengono elargiti a singoli lavoratori.

Inoltre se i piani di welfare sono già previsti da accordi collettivi aziendali – e non concessi dall’impresa su base volontaria – saranno deducibili integralmente tutte le somme senza limitazioni, in caso contrario determinate somme sarebbero deducibili entro i limiti del 5 x 1000 del costo del personale annuo.

 

Come realizzare un piano di welfare aziendale

Come si realizza un programma di welfare aziendale coerente con la cultura, il settore di riferimento e le esigenze specifiche di una specifica realtà imprenditoriale?

Ecco un piano in 4 passaggi per realizzare un buon programma di welfare aziendale:

 

Analisi dei bisogni specifici: partire dall’analisi della situazione aziendale attuale per far emergere i bisogni e le necessità più impellenti è il modo migliore per stilare un programma di welfare che rispecchi le esigenze dell’azienda e risponda a bisogni reali.

Individuazione e pianificazione dei benefit: una volta individuati i bisogni si può procedere alla scelta dei benefit più appropriati a soddisfarli. In seconda battuta si passerà alla valutazione dei vantaggi per l’impresa derivanti dalle agevolazioni fiscali per l’attuazione delle politiche di welfare prescelte.

Possibilità di scelta per i dipendenti: in fase di definizione dell’offerta potrebbe essere opportuno un confronto preliminare con i dipendenti, per ascoltare anche le loro esigenze. Una volta stabilito il programma di welfare, dare a ciascun lavoratore la possibilità di scegliere i benefit che preferisce, partendo da un budget fissato dall’azienda.

Rimodulazione dell’offerta dopo una fase pilota: per garantire la massima efficacia del piano di welfare realizzato, è indispensabile effettuare una prima fase pilota dopo la quale bisognerà fare le dovute valutazioni e, eventualmente, rimodulare l’offerta.

 

La pianificazione di un programma di welfare è un’attività complessa: per essere certi di svolgerla al meglio è necessario conoscere tutte le possibilità di risparmio fiscale e contributivo rivolgendosi ad uno studio di consulenza del lavoro che possa supportare l’azienda fornendole un quadro completo della sua situazione fiscale.

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