Green Pass obbligatorio per l’accesso ai luoghi di lavoro nelle aziende private: tutte le informazioni
Green Pass obbligatorio per l’accesso ai luoghi di lavoro nelle aziende private: ecco tutto quello che c’è da sapere su modalità di controllo e verifica, responsabilità e soggetti coinvolti
A partire dal 15 ottobre 2021 il Green Pass obbligatorio per l’accesso ai luoghi di lavoro nelle aziende private è diventato una realtà. Mentre le aziende si riorganizzano per effettuare i controlli del caso e capire in che modo gestire i dipendenti non vaccinati, vediamo insieme quali sono tutte le informazioni fornite al riguardo dal Governo.
Green Pass per le aziende private: l’obbligo riguarda tutti
Un primo e importante aspetto da chiarire riguarda la natura dei soggetti coinvolti: si è parlato a lungo di Green Pass obbligatorio per i dipendenti delle aziende private, ma questa formula non è esatta.
Il Green Pass è infatti obbligatorio per tutti coloro che hanno accesso ai locali aziendali, non soltanto per il personale dipendente con un contratto di lavoro subordinato: questo significa che sono soggetti a tale obbligo anche coloro che svolgono attività di formazione, volontariato o libera professione presso un luogo di lavoro privato o, naturalmente, pubblico.
Ecco l’elenco di tutte le figure coinvolte nell’obbligo di Green Pass:
- Lavoratori subordinati e parasubordinati (c.d. co.co.co)
- lavoratori autonomi / liberi professionisti con partita IVA
- stagisti e tirocinanti
- collaboratori occasionali
- ogni tipologia di lavoratore non subordinato
Green Pass obbligatorio per l’accesso ai luoghi di lavoro nelle aziende private: modalità di controllo
Un altro punto molto dibattuto, riguardo al quale il Governo ha rilasciato di recente dei chiarimenti con delle FAQ pubblicate sul proprio sito istituzionale, riguarda le modalità di controllo del Green Pass. Esaminiamole insieme provando a fare chiarezza.
La verifica della certificazione verde spetta, come c’era da aspettarsi, al datore di lavoro, che è quindi direttamente responsabile per i suoi dipendenti e soggetto a sanzioni.
Per questo motivo, il Governo ha definito degli step per consentire alle aziende di procedere al meglio al controllo e alla verifica dei Green Pass, stabilendo l’obbligo, entro il 15 ottobre:
- di definire le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, da effettuare anche a campione, preferibilmente, ove possibile, in fase di ingresso nei luoghi di lavoro, onde evitare l’accesso nei luoghi di lavoro da parte di lavoratori che non siano in possesso del Green Pass
- individuare, tramite atto formale, i soggetti incaricati di effettuare i controlli e di contestare eventuali violazioni degli di cui dovrà essere data comunicazione alla Prefettura
Quali modalità di controllo?
In merito alle modalità di effettuazione dei controlli, il Governo ha chiarito (con FAQ pubblicata sul proprio sito Istituzionale) che “Ogni amministrazione/azienda è autonoma nell’organizzare i controlli, nel rispetto delle normative sulla privacy e delle linee guida emanate con il DPCM 12 ottobre 2021.
Oltre all’App ministeriale “VerificaC19” è stata quindi annunciata:
- una integrazione del sistema di lettura del QR code con i sistemi di controllo degli accessi fisici, di rilevazione delle presenze e misurazione della temperatura
- per gli enti pubblici che aderiscono alla Piattaforma NoiPA, l’interazione asincrona con la piattaforma nazionale DGC e, per le PA con più di mille dipendenti dislocati anche su più sedi, una interoperabilità applicativa con i sistemi informativi di gestione del personale
- per gli enti pubblici e le aziende private con più di 50 dipendenti che non aderiscono a NoiPA, l’interazione asincrona tra la piattaforma nazionale DGC e il portale dell’INPS (GREENPASS50+) che consente una verifica massima del possesso del green pass dei lavoratori dipendenti.
Green Pass e sanzioni
Cosa succede alle aziende che non controllano i Green Pass?
Le sanzioni previste in caso di violazione della normativa riguardano sia il datore di lavoro sia il lavoratore. Il primo potrà essere soggetto ad una multa dai 400 ai 1000 euro sia in caso di mancato controllo del possesso della certificazione verde che in caso di omessa predisposizione delle procedure di controllo.
Per il lavoratore che accede ai locali di lavoro senza essere in possesso del Green Pass invece è prevista una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 600 fino ad un massimo di 1500 euro. A questa sanzione potrebbe aggiungersi anche una eventuale sanzione disciplinare prevista dal CCNL.
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