15 Settembre 2021

Contratti a tempo determinato: novità 2021

Contratti a tempo determinato: come cambia la normativa di riferimento con i decreti post-emergenza? Vediamo le ultime novità del Decreto Sostegni bis I contratti a tempo determinato, detti anche contratti di lavoro a termine, sono diventati negli ultimi anni tra le tipologie di contratti più utilizzati dai datori di lavoro, perché se da un lato […] contratti-a-tempo-determinato

Contratti a tempo determinato: come cambia la normativa di riferimento con i decreti post-emergenza? Vediamo le ultime novità del Decreto Sostegni bis

I contratti a tempo determinato, detti anche contratti di lavoro a termine, sono diventati negli ultimi anni tra le tipologie di contratti più utilizzati dai datori di lavoro, perché se da un lato presentano una spesa maggiore, d’altra parte garantiscono una maggiore flessibilità nell’economia globale di un’impresa.

Forse è proprio per questa ragione che la norma su questo contratto è cambiata diverse volte in questi anni:

  • con il Job’s Act
  • con il Decreto Dignità
  • con il Decreto “Sostegni” dell’era Covid, che proroga le misure emergenziali varate nel 2020

Le ultime modifiche alla disciplina dei contratti a termine sono entrate in vigore questo luglio con il decreto Sostegni bis, ma prima di andare a vedere le novità facciamo il punto della situazione per capire quali sono le norme che regolano i contratti a tempo determinato.

Contratti a termine: la normativa di riferimento

I contratti a tempo determinato nascono ufficialmente nel 1997 con il “pacchetto Treu”, che per la prima volta in Italia introduce forme di lavoro a tempo determinato (all’epoca lavoro interinale e contratto di collaborazione coordinata e continuativa).

La sua durata massima complessiva, in origine di 36 mesi, è stata ridotta a 24 mesi con il Decreto Dignità, con l’obiettivo di incentivare forme di assunzione più stabile.

Contratti a tempo determinato: le ultime novità

Il decreto Sostegni bis ha introdotto delle modifiche alla normativa di questi contratti: vediamole.

Finora, la legge stabiliva che il contratto a termine può avere una durata superiore ai 12 mesi, anche in seguito a proroghe e rinnovi, ma solo in presenza di una delle seguenti condizioni:

  • esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività;
  • esigenze legate alla sostituzione di altri lavoratori;
  • esigenze legate a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria dell’azienda

A queste causali, con il decreto Sostegni bis, se ne aggiunge una quarta, ovvero:

  • specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di qualunque livello (nazionali, anche aziendali e territoriali).

Vuoi maggiori informazioni sulla normativa attuale dei contratti a tempo determinato?

Leggi la circolare completa di Terrazzini qui.

logo terrazzini

Rimani aggiornato

Blog